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  • william

Disegno da sogno



Il titolo di designer, di certo, fa più effetto di quello di progettista: evoca matite appuntite, velocissimi segni e soprattutto idee innovative. Dire che un oggetto è di design sottolinea la sua unicità, il buon gusto dell’acquirente, e il costo adeguato a … tasche capienti. La foga creativa degli architetti designers può investire qualsiasi cosa: dal più piccolo utensile di uso quotidiano al rione cittadino.

Nulla viene risparmiato all’impetuoso vento del trend innovativo. Cose che si trascinavano da epoche remote, dimostrando la loro efficiente e comprovata utilità, passano per le mani del genio di turno che, magari con qualche ritocco apportato dalle nuove conoscenze, le ricostruisce stravolgendone, a volte, la praticità. Oppure dichiarando nuovo un sistema vecchio di secoli. Un esempio? L’ipocausto era il sistema adottato già dagli antichi romani per scaldare case, ville e terme facendo passare aria caldissima sotto l’impiantito o nelle pareti. E dire che il riscaldamento a pavimento è considerato una trovata modernissima! Per tacere delle attualissime energie rinnovabili (idriche, eoliche, solari) conosciute da millenni. Comunque fin qui nulla da dire: legittimo recuperare, correggere, ripresentare il prodotto, purché sia valido e … fatto salvo il diritto d’autore!

Nelle piccole e grandi rivoluzioni dell’abitare i mutamenti, soprattutto nella disposizione e ampiezza dei locali, seguono una loro logica odierna. Atri che scompaiono, stanze riservate alla servitù abolite, corridoi passanti annullati, saloni fortemente ridimensionati, soffitti alti meno di un canestro da basket; in compenso sale da pranzo contigue a salotto e cucina (open space), terrazze abitabili e camere da letto adiacenti a quelle che ora si chiamano sale da bagno.

A proposito penso che proprio la sala da bagno abbia scatenato le più ardite e variegate concezioni progettuali. Con qualche perversione.

Doppi lavandini e led multicolori per la cromo terapia, docce con getti orizzontali, verticali, obliqui, rubinetti a spruzzo, a cascata, a getto. Ad ognuno la sua scelta, secondo gusto e giusto (prezzo)!

Ma… c’è un ma. Siamo sicuri che il modernismo anticonvenzionale corrisponda sempre al funzionale? Se destiniamo un sanitario ad accogliere forme anatomiche rotondeggianti è mera perfidia realizzarlo rettangolare. Si pensi che un tempo, anche nella versione pieghevole da viaggio, veniva chiamato “sedia comoda”, ovvia qualità per un accessorio destinato al prolungato, ironico “pensatoio”. La fissazione riformatrice non si ferma qui e l’antico “locale di decenza” entra direttamente nella stanza da letto. Ho sperimentato questa mania rivoluzionaria in un albergo da poco ristrutturato secondo i dettami modaioli. Il reparto letto, separato da un blocco lavabo, era contiguo al locale wc delimitato da una porta di vetro satinato, esigua barriera per rumori e odori.

La domanda è: l’artefice creativo intendeva favorire una totale intimità corporale o soltanto spezzare pudici tabù?

-William


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