Una, cento, mille case. (prima parte)
- william
- 15 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Cercare un luogo ideale per stabilire il proprio nido è l’aspirazione di tutti. Possedere una casa in ogni località affascinante è per pochi, anzi pochissimi.
Eppure esiste la possibilità, senza avere capitali immensi di cambiare velocemente panorama.
Le vie d’acqua fiumi, laghi o mari che siano hanno permesso spostamenti facili ed economici. A oriente come a occidente interi popoli o singoli individui hanno scelto l’alternativa della mobilità all’insediamento stabile.
Ammiratore-narratore di questo modo di vita singolare, è stato George Simenon (1903-1989), che ha ambientato alcuni dei suoi romanzi polizieschi (La chiusa n°1; Il cavallante della “Provvidenza” etc.) proprio lungo questi corsi d’acqua, interrotti da chiuse o sbarramenti mobili.
Del resto conosceva molto bene paesaggi e personaggi dei traffici rivieraschi (francesi, belgi, olandesi e tedeschi) per averli frequentati dal 1928, anno in cui acquistò un’imbarcazione di cinque metri, la Ginette, al dicembre del 1931 quando rivendette l’Ostrogoth di dieci metri fatto costruire nel 1929, a Fécamp (Alta Normandia).
La quotidianità a bordo non fu delle più comode: quattro abitanti (Simenon, sua moglie Tigy, la domestica Boule e il cane alano Olaf) e spazio ridottissimo, al punto di costringere lo scrittore a rizzare, sulla riva, una tenda che di notte ospitava la domestica e, di giorno, il suo “studio”. Il primo libro di una serie famosa (75 romanzi) nasce a Morsang- sur- Seine (Ile-de- France) nel 1930. L’episodio viene narrato dallo stesso Autore in “Memorie intime” (1980): “In quella chiatta mezzo marcia dove scorrazzavano i topi raccolsi delle casse racimolate un po’ qua un po’ là, piazzai la macchina per scrivere sulla cassa più alta, ne scelsi una più bassa per sedermi … E, due giorni dopo, cominciai un romanzo che pensavo sarebbe stato un romanzo popolare come gli altri, ... e invece segnò, insieme a Pietre-le Letton, la nascita di un certo Maigret…”.
Dagli anni ’70, a causa della crisi del trasporto fluviale, molte imbarcazioni da lavoro, le cosiddette péniches (battelli di 70 metri di lunghezza media), sono state riconvertite in abitazioni. La casa itinerante scivola sull’acqua e prende posizione lungo le banchine del fiume. A Parigi i lungosènna sono l’ambito approdo di ogni proprietario di péniche: man mano che il battello conquista un posto verso il cuore della città (Île de la Cité), aumenta a dismisura pregio e prestigio: uno dei metodi più comodi e sicuri per guadagnare senza allontanarsi da casa.
-William
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