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SOGNI E SEGNI



Intraprendente personaggio Artemidoro di Efeso, scrittore e fisico greco, vissuto a Daldi (Lidia) nel II secolo d.C.

Reporter ante litteram, disdegnò le banalissime cronache e percorse le strade d’Asia, di Grecia, d’Italia, per ascoltare e trascrivere i racconti onirici delle persone che incontrava al mercato, in strada, al foro.

Il contenuto di questo originale lavoro, giunto fino a noi in cinque libri, è un compendio delle moltissime fantasie che costellano i sonni dei mortali. La casistica esaminata è impressionante per vastità e varietà. L’oggetto dei sogni offre un lungo elenco: parti anatomiche (testa, piedi, genitali, organi interni), abbigliamento e i suoi accessori, azioni (volare, correre, cadere), animali o insetti e vegetazione, divinità e fenomeni naturali (fulmini, pioggia, sole), numeri, colori, lettere; il tutto intrecciato e rapportato alle caratteristiche del sognatore: coniugato o celibe, libero o schiavo, ricco o povero; e poi il mestiere, le sue condizioni sociali, economiche, politiche.

Le combinazioni possibili sono pressoché illimitate e solo un esperto professionista può venirne a capo. Artemidoro infatti avverte, chi volesse dedicarsi al difficile compito, di vagliare accuratamente non solo le tematiche oniriche ma anche e soprattutto il sognatore, il contesto ambientale, e la specificità dell’evento.

Qualche esempio. Sognate di avere un maggior numero di piedi? Bene, per i mercanti e i timonieri che avranno bonaccia e dovranno usare i remi (i piedi della nave); andrà meglio anche ai poveri perché acquisteranno dei servi (moltiplicando i piedi); il medesimo incremento porterà malattie (o la cecità) ai ricchi che, nella deambulazione, useranno i piedi dei servitori. Qualora i piedi ardessero, male per tutti; tranne che per gli atleti corridori che “bruceranno” la pista. Sopracciglia folte e floride sono in genere positive; invece quelle rade “preannunciano non soltanto disoccupazione e dispiaceri, ma anche che ci sarà un lutto”. La perdita della vista è universalmente negativa salvo per il solito corridore che, arrivando primo “non vedrà” i concorrenti alle sue spalle. La lingua, per essere propizia, deve essere proporzionata; “non poter parlare o avere la lingua legata significa disoccupazione e povertà, in quanto la povertà distrugge anche la libertà di parola”. La folgore compensa le disuguaglianze sociali: “poiché il povero possiede povertà e il ricco ricchezza, il fulmine distruggerà la povertà dell’uno e la ricchezza dell’altro”. “Conosco un tale che sognò che la colonna esterna del suo letto era stata distrutta da un fulmine e gli morì la moglie”.

Stranamente sognare di essere re non porta fortuna; morte a chi è malato, lutti a chi è in buona salute, catene per i malfattori. Un poco meglio andrà al povero che compirà azioni gloriose, sebbene non retribuite, e allo schiavo che sarà liberato.

Eccentrica poi l’interpretazione sulla propria crocifissione: positiva per i naviganti (la croce è fatta di legno e chiodi come la nave), per i poveri (chi viene crocifisso sta in alto), per gli schiavi che saranno liberi (chi è crocifisso non è più sottomesso a nessuno); iella nera per i ricchi (si viene crocifissi nudi), per chi vuol vivere in patria, per quelli legati alla terra o ad un determinato luogo perché la croce non permette di toccare terra e quindi saranno cacciati.

“Rubare le offerte agli dei è sfavorevole per tutti e giova soltanto ai sacerdoti”.

“Mentire non è vantaggioso se non per chi calca le scene, per i ciarlatani e per coloro per cui mentire è un’abitudine”.

Ancora più bizzarri i sogni a sfondo sessuale analizzati nei paragrafi 78 – 80 del primo libro. Benefici i rapporti con la moglie (solo se consenziente!) e con le etere, malgrado “una piccola vergogna e una spesa di poco conto”; risultato: guadagni e soddisfazioni in vista. Le donne e le relazioni con esse sono considerate al pari degli affari. Per cui sognare incontri con una bella signora vuol dire imprese prospere; “nel caso in cui sia una vecchia orribile, brutta e cenciosa, che si comporta in maniera molesta e non si concede, significa il contrario”.

Il fantasioso greco disserta in seguito su ogni concepibile unione immaginata, etero ed omosessuale, incestuose e contro natura, con vivi, morti e divinità, approfondendo posizioni, stati d’animo e appagamenti ottenuti, dei quali traccia, con rigore matematico, le avverabili conseguenze. Chissà cosa sarà capitato a chi sognò “di imboccare il proprio membro con pane e formaggio”, “scuoiare il proprio figlio e farne un otre” o alla donna che vide “un occhio nella sua mammella destra”?

A questo punto sorge spontaneo un raffronto con Sigmund Freud che, sui sogni e la loro interpretazione (1899), ha fondato la dottrina psicoanalitica.

Li dividono circa diciassette secoli, la natura dell’indagine, che il medico viennese rivolge al passato individuale e i segni che, nell’elaborazione freudiana, divengono sintomi di nevrosi, originate essenzialmente da presupposte sessualità contorte.

Artemidoro e Freud si spartiscono parimenti la complicata incombenza di anticipare, uno il futuro, a chi cerca salvezza, l’altro di scoprire il passato a chi brama salute. Il presente sembra non interessare nessuno, schiacciato com’è tra i due macigni temporali.

Il sapiente Artemidoro stimerebbe forse altrettanto interessante intervistare i nostri contemporanei e le loro creazioni notturne. Temo però che troverebbe una situazione capovolta rispetto al proprio schema: i sogni non precedono più i segni, ma sono i segni (indici di borsa, di disoccupazione, aumento del costo della vita, tassi di de-crescita, incremento delle imposte, etc.) a dominare i sogni, veri incubi che popolano la notte e l’alba non dissolve.

-William


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